“Non è un campione colui che non cade mai,
ma colui che si rialza sempre e ricorda che il talento non va mai via”
(Daniele Popolizio – psicoterapeuta e mental coach di Federica Pellegrini)
Gli atleti, in fondo, sono esseri umani come tutti gli altri. Eppure, alcuni di loro riescono a compiere imprese memorabili e sembrano possedere una forza fisica e mentale fuori dal normale.
È il caso, ad esempio, di Federica Pellegrini, la nuotatrice che da anni ci regala emozioni indescrivibili conquistando una medaglia d’oro dopo l’altra.
Ma la strada di questa grande campionessa non è stata in discesa: nel 2008, durante gli Assoluti Invernali di Genova, Federica è stata costretta ad interrompere la sua gara perché non riusciva più a respirare ed aveva la sensazione di affogare. L’ansia, però, non c’entrava: le fu diagnosticata una forma di broncospasmo provocata da un’allergia ad alcune muffe presenti nell’acqua della piscina. Purtroppo però, nonostante avesse individuato la causa ed avesse provveduto ad assumere l’adeguata terapia farmacologica, la sua mente era ormai diventata la sua peggior nemica.
La paura di riprovare quelle sensazioni terribili aveva innescato il circolo dell’ansia, facendo in modo che i pensieri la convincessero a scappare via convinta di non farcela.
“Sono andata avanti così per alcuni mesi: per esempio, ai Primaverili di Nuoto a Riccione ho dovuto rinunciare alla mia batteria dei 400 metri stile libero. Nel mentre, oltretutto, si avvicinavano i Mondiali di Roma 2009, una tappa importante nella mia carriera. Avrei dovuto partecipare ai 400 metri stile libero, gara difficile per me a livello mentale, e per giunta con l’obiettivo della medaglia d’oro.” (Ok Salute, Luglio/Agosto 2014)
Da quel momento, Federica ha intrapreso un percorso psicoterapeutico che le ha permesso di acquisire gli strumenti più adeguati per affrontare il problema e sconfiggere i suoi demoni: rilassamento, tecniche di visualizzazione e desensibilizzazione, concentrazione, ristrutturazione cognitiva e obiettivi SMART.
Corpo e mente sono strettamente connessi ed è proprio quest’ultima a fare la differenza nel determinare il successo o l’insuccesso di una prestazione. La forza mentale va allenata esattamente come i muscoli del nostro corpo, con costanza e determinazione.
Dalla storia di questa incredibile campionessa si evince un duro lavoro costante e il desiderio continuo di superare se stessa. Sembra che Federica non si sia mai accontentata, che non si sia mai montata la testa adagiandosi sui propri successi.
È stato dimostrato come l’allenamento modifichi la struttura del cervello e le connessioni tra i neuroni di differenti aree cerebrali deputate al controllo e alla coordinazione dei movimenti (Roberts et al, 2013).
Ma l’allenamento è in grado di modificare anche il funzionamento del cervello stesso. Uno studio, ad esempio, ha evidenziato una migliore capacità degli atleti di processare scene visive complesse, oltre a superiori abilità di pianificazione e di processi decisionali più rapidi ed efficienti (Faubert, 2013).
Il successo non è mai frutto della fortuna o del caso e gli atleti non sono degli esseri soprannaturali immuni da pensieri negativi e ansia. Il vero campione, però, è colui che lavora nel tempo con determinazione, accettando le sconfitte e sfidando ogni giorno i propri limiti e i propri demoni.
CONCLUSIONI
In conclusione, ecco alcuni ingredienti chiave per un grande campione:
- allenamento e costanza
- motivazione
- obiettivi SMART (traguardi realizzabili e stimolanti)
- fiducia, consapevolezza e coraggio nelle proprie capacità
- concentrazione
- tolleranza alla frustrazione
- pensiero e visualizzazione positivi
- capacità di gestire successi ed insuccessi
- consapevolezza del proprio corpo
- non cercare alibi
“Che tu creda di farcela o di non farcela, avrai comunque ragione”
Henry Ford