Che cosa succede al cervello durante la gravidanza?
Forse avete sentito parlare dei cambiamenti al cervello delle donne durante la gravidanza o, se siete mamme, lo avete sperimentato in prima persona.
Tendenzialmente si ritiene che la donna incinta sia meno brillante a livello cognitivo, tenda a dimenticarsi di più le cose e sia instabile dal punto di vista emotivo.
Tuttavia la scienza ha dimostrato che il cervello in gravidanza non diventa meno efficiente,
bensì il contrario!
Uno studio condotto da Elseline Hoekzema e colleghi mediante tecniche di risonanza magnetica ha osservato la struttura del cervello di 25 donne alla loro prima gravidanza – prima, durante e dopo la gravidanza – confrontandola poi con quella di 19 maschi divenuti padri per la prima volta, di 17 maschi senza figli e di 20 donne che non avevano mai partorito.
Lo studio ha dimostrato che la gravidanza comporta dei cambiamenti significativi nella struttura del cervello, in particolare a carico di una riduzione bilaterale del volume della materia grigia in alcune aree (linea corticale mediale anteriore e posteriore, corteccia prefrontale e temporale bilaterale) implicate in processi sociali e nella teoria della mente. La teoria della mente è la capacità di capire che cosa passa nella mente di un’altra persona, ovvero di attribuire pensieri, emozioni ed intenzioni a noi stessi e agli altri. Tale abilità estremamente complessa non è innata ma si sviluppa nel corso della vita a partire dai 4 anni di età.
Quindi, “riduzione” significa “peggioramento”? Assolutamente no!
Uno strato più sottile di materia grigia in queste aree indica in realtà un’ottimizzazione delle abilità, che rende le reti neurali più funzionali e sofisticate con un conseguente comportamento cognitivo, sociale ed emotivo più maturo.
Sulla base dei risultati dello studio è quindi possibile dire che il cervello delle donne in gravidanza va incontro ad una maturazione e ad una specializzazione del circuito neurale preposto alla cognizione sociale, incrementando la sensibilità nei confronti dei volti altrui ed il contatto empatico.
L’abilità di una madre di comprendere e verbalizzare gli stati mentali del proprio bambino è fondamentale per la creazione del legame di attaccamento e per lo sviluppo delle abilità sociali del piccolo.
Secondo gli autori, infatti, è estremamente probabile che questi cambiamenti siano funzionali alla preparazione della donna alle esigenze sociali della maternità imminente e a una concentrazione dell’attenzione sul benessere del figlio.
Inoltre, i cambiamenti strutturali osservati durante la gravidanza (e non riscontrabili negli uomini e nelle donne senza figli) sembrano persistere a due anni dalla nascita del bambino (ad eccezione delle aree dell’ippocampo, che recuperano quasi subito).
Quindi, future mamme e neo-mamme, non potete che essere orgogliose del vostro nuovo cervello!
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Chiara Bosia
Psicologa Psicoterapeuta
Torino