“Decisi di riprendere in mano la mia vita. E cominciare un diario, in cui scrivere tutta la verità su Bridget Jones, nient’altro che la verità. Decisione numero uno: ovviamente perdere dieci chili. Numero due: mettere sempre a lavare le mutande della sera prima. Ugualmente importante: trovare un ragazzo dolce e carino con cui uscire, evitando di provare attrazioni romantico-morbosa per nessuno dei seguenti soggetti: alcolizzati, maniaci del lavoro, fobici dei rapporti seri, guardoni, megalomani, impotenti sentimentali o pervertiti. E soprattutto non fantasticare su una particolare persona che incarna tutti questi aspetti.” (Bridget Jones)
Capodanno, come ogni inizio, è anche sinonimo di buoni propositi. Spesso sentiamo di avere ben chiaro ciò che vorremmo cambiare nella nostra vita ma, altrettanto frequentemente, ci ritroviamo a cadere nelle stesse trappole e perdiamo di vista il nostro obiettivo.
“Tanto non cambierà niente”
“Ci ho già provato e non funziona”
“Io sono fatto così”
“Non è colpa mia, sono le circostanze esterne”
“Non ho tempo”
Queste alcune delle principali bugie che ci raccontiamo quando vediamo sfumare i nostri traguardi. Ma la realtà è ben diversa: affinché un cambiamento avvenga davvero è innanzitutto necessaria una buona dose di motivazione.
Che cosa mi spinge a cambiare?
Quali sarebbero i vantaggi del cambiamento?
E quali sarebbero gli svantaggi del cambiamento?
Proprio così, anche un miglioramento della nostra condizione attuale può comportare alcuni effetti negativi secondari, talvolta così influenti da impedirci di intraprendere realmente un percorso di cambiamento. Per intenderci, una persona depressa può veramente desiderare di guarire, ma la sua attuale patologia le permette di avere le attenzioni e le cure dei suoi cari. Un miglioramento della sua condizione comporterebbe una riduzione delle attenzioni nei suoi confronti e un conseguente effetto negativo.
Prima di intraprendere qualunque cambiamento, quindi, è importante avere chiaro il percorso che vogliamo seguire ed essere consapevoli di tutti i pro e i contro della nostra scelta.
Successivamente è fondamentale stabilire gli obiettivi adeguati, ovvero in grado di bilanciare lo stimolo e il senso di frustrazione. Per fare ciò è utile fare riferimento all’acronimo S.M.A.R.T.
Specifico: risponde alle domande COME, DOVE, QUANDO. Ad esempio “Voglio passare più tempo con i miei figli” non è un obiettivo specifico. “Voglio portare i miei figli al parco il sabato pomeriggio” è un obiettivo specifico.
Misurabile: deve essere facile capire se è stato raggiunto o quanto manca al suo raggiungimento. La misurazione deve poter avvenire senza equivoci. “Voglio laurearmi” non è misurabile; “Voglio scrivere un capitolo di tesi a settimana” sì.
Accessibile: deve essere realizzabile date le risorse e le capacità a propria disposizione. Esso non deve essere impossibile da raggiungere, ma al tempo stesso deve essere stimolante. “Voglio perdere 20 chili in un mese” non è un obiettivo accessibile. “Voglio perdere due chili a Gennaio” invece lo è.
Rilevante: deve rispondere alla domanda PERCHÉ. La raggiungibilità di un obiettivo è strettamente collegata alla sua importanza. Un obiettivo che hai profondamente a cuore sarà più rilevante e raggiungibile di uno che ti interessa solo vagamente. Uno scopo che ti permette di esaudire i tuoi desideri sarà molto più motivante e proficuo per te.
Temporalmente definito: L’obiettivo deve essere basato sul tempo, cioè occorre determinare il periodo di tempo entro il quale l’obiettivo deve essere realizzato. Ad esempio, “Voglio realizzare un aumento delle vendite del 10% di un certo prodotto nell’arco di 6 mesi”. È inoltre importante domandarsi: “Cosa posso fare OGGI per raggiungere il mio traguardo?”. Se fissiamo obiettivi a lungo termine la motivazione può decadere lungo il percorso, è quindi fondamentale fissare delle tappe intermedie che siano raggiungibili più facilmente e più in fretta e possano gratificarci.
“Fai quello che puoi, con quello che hai, nel posto in cui sei”
e buon anno a tutti!